mercoledì 25 gennaio 2012

dialoghi improbabili ma veri

stamattina cellulare driin driin

Io: pronto
- Ciao Lia
- Ciao!
- Ciao, sono la Maria
- Sì... ciao, dimmi
- Ma, chi sono?
- Eh, se non lo sai te...
- Ma hai capito chi sono?
- Sei mia mamma
- Ahahhaha, sì, mi hai riconosciuta! ahahhahah

Ora.

Mia mamma ha diversi numeri di telefono cellulare e un diversamente abile uso dello stesso. Io ho smesso di memorizzare i suoi numeri nella rubrica perché non faccio in tempo a cambiarlo che lei lo cambia di nuovo, e allora tanto vale, la riconosco dalla voce e amen. Ed è sempre una sorpesa. Non so chi ha cominciato per prima*, di sicuro buon sangue non mente.
Chissà se riuscirò ad essere all'altezza con i miei figli.


* (aprile 2011)
"Comunque poco fa mi ha chiamato mia mamma al telefono fisso e io ho detto Pronto, e lei mi ha detto Sei a casa? Io le ho detto No, e infatti se ci pensi è molto strana questa cosa che io e te adesso stiamo parlando.
Mi piace molto scherzare la mia mamma.
Tempo fa mi divertivo a rispondere in modo stupido tipo Bronzo, Parto, Dimmi tutto, Chi sei? Cosa vuoi? Ne abbiamo ancora? Così, mi piaceva mandare in confusione mia mamma, infatti era quasi sempre lei.
Una volta mi ricordo che mi ha chiamata e io ho tirato su la cornetta e ho detto Eh. e lei mi ha detto Lia? e io le ho detto: Dipende. Sei tu, madre mia? E se sei tu, perché non mi riconosci più? Eh? io carne della tua carne, sangue del tuo sangue, basta una cornetta, una banale tecnologia telefonica, un filo dentro un muro, a sentirsi così lontani gli uni dagli altri? Ha aspettato che finissi il mio lungo monologo melodrammatico e poi ha parlato come se niente fosse."

mercoledì 18 gennaio 2012

forse era meglio

Fare studi antropologici con supponenza in discoteca solo perché sono solo una disintegrata sociale incapace di vivere la sua età, sempre spostata o troppo avanti o troppo indietro, e poi uno che sembra che ti riconosci dallo sguardo, lo vedi che è anche lui in disparte a fare gli stessi studi antropologici e che in verità io non ci volevo venire ma c'è sempre qualcuno che ti obbliga e che sa qual è il tuo bene, il tuo fottutissimo bene, son sempre gli altri a sapere qual è il tuo bene e te lo impongono, questo bene, e mentre te lo impongono tu pensi che idea hanno questi del bene, a te sembra l'inferno, e poi quando lui ti dice Io mi sento proprio un pesce fuor d'acqua, m'han portato i miei amici che non avevo neanche voglia, guardo questa gente ma io non sono come loro, io non ce la faccio.

e allora credi che il vostro sguardo è simile, forse c'è uno come me andiamo via e invece poi scopri che il suo sguardo è posizionato sulle tue tette e la sua mano sulla bottiglia di birra ed è tutta colpa degli studi di psicologia, sono quelli di sicuro, gli studi di psicologia, forse questo qui ha studiato, tu sei di sicuro uno che ha studiato e allora gli studi ti hanno indicato la strada per le mie mutande, ma cocco ti sei perso la noticina in fondo che diceva Prima di guardare le tette è bene cercare di continuare a fare finta di ascoltare.

e poi tornare a casa senza che nessuno le abbia neanche mai viste, quelle mutande, che poi è meglio così, tanto sono le mutante quattro euro del mercato e poi a chi vuoi che interessino le mie mutande meglio continuare a fare gli studi antropologici e le tette lasciarle appoggiate alla scrivania, che son pesanti e delle volte fa comodo appoggiarle mentre si studia col naso dentro, la testa dentro, gli occhi dentro, se li lascio troppo dentro finisce che mi metto gli occhiali ormai non ci vedo più una mazza.

Forse era meglio una birra in più una pagina in meno e la vita, tutta quella vita che ci sta nel mezzo.

ciao, mi chiamo Sonia, ho le tette grandissime, bevo le tisane quando andiamo al pub, sono noiosa e tra un po' metterò pure gli occhiali. C'è qualcuno in questo universo che mi assomiglia almeno un po'? Così, per sapere che non sono sola. Però continuiamo pure così, soli in due, che tanto se ti vedo e mi guardi le tette come prima cosa poi penso che non sei come me, io non ti guardo il pacco come prima cosa, se tu fossi come me, prima delle tette apriresti le orecchie, poi ti accorgeresti che sono noiosa e allora guarda, facciamo così, resta dove sei, chi ti ha chiesto niente.

sabato 14 gennaio 2012

No, ma tranquilla

- Mi dice: "allora, quando te ne vai?". E insomma, son dovuto uscire subito dalla stanza!

E non è tanto questa affermazione che m'ha fatto ridere moltissimo, di un babbo che viene cacciato dalla nipote e dal figlio seienni mentre giocano nella camera di quest'ultimo, quanto quella seguente, di mia sorella, a risposta del mio subitaneo sguardo preoccupato e interrogatorio:

- No, ma tranquilla: sono vestiti.

mercoledì 11 gennaio 2012

oibò

e insomma ridendo e scherzando siamo già all'undici, oibò.

avevo due ruote, dico due, non una, due, con dei chiodi conficcati dentro, m'ha detto: ma tutti te li prendi su i chiodi? Mi piacciono le ferramente, sarà quello, dico io
oibò

c'è mica nessuno più che ha le agende come le avevamo noi giovani degli anni ottanta che erano agende piene di pensieri di carte di ricordi materiali appiccicati anche contro la loro volontà? Oggi i ricordi sono tic tic tic sulla tastiera. Sai i ricordi che ci stanno, mica come le agende che dopo un po' non ci riuscivi nemmeno più a scrivere le cose per cui esistono le agende, tipo i compiti
oibò

"non farlo perché una mucca potrebbe morire per te". Ecco, io un cervello che pensa così, ad averlo vicino ogni giorno

Oibò

e poi l'anno nuovo e le voltate di pagine che si sente il vento.

OIBO`