Ho quarantadue quasi quarantatre anni e sto praticamente iniziando a suonare uno strumento musicale per il quale, si dice da sempre, è importante iniziare prestissimo. E mi sto rendendo conto che con la passione e l'impegno ce la posso fare senza grossi drammi e che anzi, l'esercizio mi aiuta a tenere elastica la testa, che ieri era giovedì e io ero convinta fosse mercoledì e la mia collega a un certo punto mi ha anche detto Bé, mi consolo.
Allora ho pensato che ho ancora tanta vita davanti per imparare un sacco di cose.
Poi mi è venuto anche questo pensierino: noi umani facciamo di tutto per riuscire a vivere fino a duemila e novecento anni e però non facciamo altro che anticipare le tappe ai bambini su tutto e a inondarli di stimoli precocissimamente.
Forse abbiamo questa idea che sia giusto imparare il massimo possibile prestissimo, anzi, prima di presto, e di più, di più di più di più, e di questo passo non bastano mai le cose da proporre e far vivere ai bambini e ovviamente sempre prima e con aspettative che lasciamo perdere.
Poi ci lamentiamo che non sanno stare fermi, che sono ansiosi, che non hanno passioni sono depressi e non sono creativi.
Per fare un esempio banale, so che sono controcorrente, ma invece di portare i bambini di sei mesi alle letture dei libri, raccontategli storie a casa, anche inventate, senza nient'altro che la vostra voce e le vostre espressioni e il vostro corpo, che per il libro c'è tempo.
...mio figlio a sette mesi camminava, il mio leggeva, il mio suonava Wagner in pancia con il cordone ombelicale; il mio ha tre anni e sa fare le moltiplicazioni a sei cifre, a mente, in verticale; il mio ha copiato la gioconda a due anni; il mio ha otto mesi e suona sei strumenti contemporaneamente anche con le dita dei piedi e i peli delle braccia, il mio...
Lasciateli stare, vaccaboia.
(scusate lo sfogo)