venerdì 26 febbraio 2016

io non ci capisco

Ho quarantadue quasi quarantatre anni e sto praticamente iniziando a suonare uno strumento musicale per il quale, si dice da sempre, è importante iniziare prestissimo. E mi sto rendendo conto che con la passione e l'impegno ce la posso fare senza grossi drammi e che anzi, l'esercizio mi aiuta a tenere elastica la testa, che ieri era giovedì e io ero convinta fosse mercoledì e la mia collega a un certo punto mi ha anche detto Bé, mi consolo.

Allora ho pensato che ho ancora tanta vita davanti per imparare un sacco di cose.

Poi mi è venuto anche questo pensierino: noi umani facciamo di tutto per riuscire a vivere fino a duemila e novecento anni  e però non facciamo altro che anticipare le tappe ai bambini su tutto e a inondarli di stimoli precocissimamente.
Forse abbiamo questa idea che sia giusto imparare il massimo possibile prestissimo, anzi, prima di presto, e di più, di più di più di più, e di questo passo non bastano mai le cose da proporre e far vivere ai bambini e ovviamente sempre prima e con aspettative che lasciamo perdere.
Poi ci lamentiamo che non sanno stare fermi, che sono ansiosi, che non hanno passioni sono depressi e non sono creativi. 

Per fare un esempio banale, so che sono controcorrente, ma invece di portare i bambini di sei mesi alle letture dei libri, raccontategli storie a casa, anche inventate, senza nient'altro che la vostra voce e le vostre espressioni e il vostro corpo, che per il libro c'è tempo. 

...mio figlio a sette mesi camminava, il mio leggeva, il mio suonava Wagner in pancia con il cordone ombelicale; il mio ha tre anni e sa fare le moltiplicazioni a sei cifre, a mente, in verticale; il mio ha copiato la gioconda a due anni; il mio ha otto mesi e suona sei strumenti contemporaneamente anche con le dita dei piedi e i peli delle braccia, il mio...

Lasciateli stare, vaccaboia.
(scusate lo sfogo)


giovedì 18 febbraio 2016

Le mani

Ho iniziato tre volte a suonare il pianoforte, la prima nel millenovecentonovantaequalcosa, la seconda un anno fa, la terza oggi. 
Ho iniziato tre volte a disegnare, la prima nel duemilanove, la seconda un anno fa, la terza da poco. 
Avevo smesso l'anno scorso in marzo perché sono stata presa sotto un treno di sfighe che mi hanno, diciamo, distratta.
Ho girato attorno ai colori e ai tasti per giorni, con un senso di repulsione misto ad attrazione fatale (e dolore).

Volevo dire questo: le mani si ricordano tutto. 
E anche questo: le mani mi aiuteranno a dimenticare.


mercoledì 17 febbraio 2016

nuove consapevolezze 2

Oggi, di colpo (perché queste cose le capisci di colpo), ho realizzato che non farò mai cose in cui non credo.

domenica 14 febbraio 2016

Non dovevano lasciarmi sola con le cozze

E così, per la prima volta in vita mia, preparo le cozze.
Non mi piace fare il pesce ma tocca sempre a me, e poi fa bene. E poi queste sono un regalo voglio approfittarne e sono fresche e insomma, facciamolo.
"Prima le devi pulire", mi dicono.
Ora, se chiedi a qualcuno di pulire una qualsiasi cosa per la prima volta nella sua vita, la tira a lucido, ci mette tutto se stesso per fare il miglior lavoro della vita, di equiparare chi lo fa da sempre, di dimostrare di essere capace, di non essere da meno.

E andiamo, cozze.

Così sono lì nel lavandino di sinistra e una ad una le prendo, le guardo, tolgo la barbetta e inizio a pulirle e poi a passarle nel lavandino di destra. Inizio a pulirle bene, anzi, benissimo. A lucidarle, una ad una. E mentre faccio questo mi viene anche da parlarci, come sei bella, cozza, che colorito nero con sfumature perlate, e tu, guarda qui, tu sei proprio perfetta, la modella cozza, nera e pulita, ma dove sei stata? Nulla ti si è attaccato sopra, nessuna tellina, non hai alghe, come hai fatto a restare così perfetta e bella, cozzina mia? E guardati, tu, cozza numero tre, piena di alghe, grossa, ti si sono attaccate tutte le telline del mare a te, sei anche piena di alghe, di croste bianche che non vengono via, che non vengono via, che non vvveeenngoooonnoovviaa, direi che sei la cozza più brutta del mondo, ma chi siamo noi per giudicare dall'aspetto, eh? ma chi lo dice che tu non sia la più buona? Magari la cozza modella, quella smorfiosa, è bellissima ma fa schifo, di sapore. Che ne sappiamo noi?

E via così. Per quarantasei cozze.
Per due volte. Tirate a lucido come se dovessero andare al ballo delle debuttanti cozze.

Dopo una fatica immonda guardo in internet una ricetta base e ho solo aglio, olio e vino (niente prezzemolo, per dire) (amen). Soffritto, cozze in pentola, poi qualcuna si apre, le saluto, spruzzata di vino, si aprono tutte nel giro di poco, saluto con la mano, faccio i complimenti a tutte le mie adorate cozzine. Brave cozzine.
Speriamo bene, va.

Dice che sono venute buonissime. Io mica lo so, a me le cozze fanno schifo.

mercoledì 10 febbraio 2016

Sono solo le 8:17

Ho sognato che cercavo le vie in discesa di una città (che vedo sempre nei miei sogni ma non so che città sia) e poi, infilata in un sacco della spesa grande, in piedi, scivolavo e scivolavo e scivolavo veloce, tipo skate. Poi mi sono fermata al mercato. È stato divertentissimo.

Fuori c'è tanti cieli e un vento da far diventare matti. Sono sveglia da un'oretta scarsa, ne sono successi già seicentomila, di guai.

Resto curiosa.

lunedì 8 febbraio 2016

Oh, l'ho detto.

Invecchiare, come insegnare, è un atto di generosità. Quindi, se non volete invecchiare, fate i vostri conti.

domenica 7 febbraio 2016

Fa strano

A mezzogiorno, che si è appena svegliato, appare in cucina a petto nudo con il parka, direttamente dalla sua camera, quattordicenne bello come il sole, e si fa un panino con il formaggio. Rido. Mi chiede perché rido, gli dico che mi fa ridere vederlo vestito così. Tiene caldo, mi dice. Sì ma fa strano, dico io. Silenzio. Taglia il pane, ci spalma su il formaggio, dà un morso. Poi mi guarda. Mi sto cucendo il tutù bianco per il vestito di carnevale. Da ballerina. A 42 anni e mezzo.


venerdì 5 febbraio 2016

cose del 5 febbraio

Oggi sono stata invitata ad un incontro con l'autore e l'autore ero io e a un certo punto mi sono accorta che quando è uscito il primo libro quei lettori lì non erano mica ancora nati.


giovedì 4 febbraio 2016

Nuove passioni

Non so quando sia successo, ma al momento provo dell'interesse vero per i lavori in corso. Sono diventata una vecchia che guarda i lavori, prediligo quelli stradali. Si dà il caso che nel mio paese stiano per creare una via nuova e sarei sempre lì a documentare, capire. Deve essere la mia vena nostalgica. O forse è l'età che avanza unita ad una mia anima profondamente "anziano signore". Il passo successivo sarà dare consigli ma a quel punto non so, penso scatterà la timidezza. Ah, però, aspetta, i vecchi non sono mai timidi.

È iniziata una nuova meravigliosa era, per me.

mercoledì 3 febbraio 2016

Delle volte bisognerebbe menarsi

Quando mi dicono " Oh, tesoro! Vorrei poter vivere nel tuo mondo", mi sorge dal profondo il Porca Troia delle grandi occasioni.

martedì 2 febbraio 2016

Il bruciorino

Un giorno di qualche tempo fa, a scuola, in giardino, mentre ci godevamo il sole di gennaio e il cielo blu, si chiacchierava, si diceva che il meteo prevede una settimana ancora più soleggiata e calda. Il commento è stato semplice e immediato: speriamo che non ce la faccia pagare questa estate.
L'ho sentito dire così tante volte che mi è sembrata una previsione piuttosto logica. Eppure oggi qualcosa mi ha infastidito, quando senti un bruciorino e non sai perché.

E poi niente, questa sera mentre toglievo la spesa dalle scatole ripensavo a quella frase e mi è venuto in mente che da piccola la mia mente funzionava più o meno così: a seguito di una cosa bellissima che mi succedeva, sapevo (ripeto: sapevo) che me ne sarebbe successa una brutta. Mi sono sempre data questa spiegazione: deve essere perché il cosmo pareggia il conto, come una specie di omeostasi universale. Non me la spiegavo con queste parole, per la verità non me la spiegavo affatto, mi limitavo a prenderne atto.
Ma non solo, oltre a pensare che ci deve per forza essere un nesso causale, mi devo essere spinta oltre pensando di poterlo controllare: mi basterà  limitare il godimento.
Limpido.

Peccato che così non vada proprio bene bene. Sempre quel bruciorino, saranno i quarant'anni, inizi a voler riprogrammare le tue varie cazzate mentali. E il bello è che scopri che non è così difficile.

E insomma, sempre mentre spostavo roba dalle scatole ai pensili in cucina, proprio come uno più uno fa due, mi è tornata in mente una frase saggissima, una cosa che il mio bisnonno disse alla mia bisnonna quando provò a darle il primo bacio e lei si scansò (1918 o giù di lì). Il mio bisnonno le disse questo: "La vita e bella ma bisogna sapersela godere". Poi inforcò la bici e se ne andò lasciandola nelle lacrime.

Quindi oggi volevo dire grazie al mio bisnonno.