giovedì 30 novembre 2017

Menti filosofiche si nasce

Mamma, questa sciarpa sa di te.
(commozione)
O forse sei tu, che sai di questa sciarpa?
(commozione al quadrato)

mercoledì 29 novembre 2017

aspettare,

non siamo più capaci.

martedì 28 novembre 2017

oppure

cose che mi vengono in mente a caso (2):
che affittare una videocassetta al nolo costava sette mila lire, per una settimana, magari per l'occasione compravi anche la pizza, una margherita, tremila e cinque, e adesso con otto euro hai tutti i film che vuoi per un mese e non devi neanche uscire di casa, che con questo freddo, pensaci, però il film te lo guardavi tutto anche se dal titolo sembrava bello ma in verità faceva schifo. Però oh, settemila. E che un film al cinema restava in programmazione anche un mese, poi passava in seconda visione, capace che ci restava anche due mesi, e avevi tutto il tempo di organizzarti. 



domenica 26 novembre 2017

cose che mi vengono in mente a caso

ma la sorpresa, la prima volta che ho visto le candeline che non si spegnevano mai? Pari forse al mio compagno di terza elementare che mi dice che ha una tele nuova, con i colori, e che ha un telecomando che la accende e spegne a distanza e che cambia anche i canali e io che gli ho chiesto se poteva cambiare i canali anche dalla scuola.

sabato 25 novembre 2017

diagnosi, cura, saluti

Poi ho incontrato un signore, un mio amico, come stai, come va, io tutto male come al solito, non ho fatto niente di quello che avevo programmato, mi dice (lui dice sempre male o malissimo). Ma sono appena le nove e mezza, gli dico. E tu? come va?, mi dice. Mah, tutto bene tutto bene, gli dico, però è da un po' di tempo che ho questo fischio in testa che mi dà fastidio, gli dico. Un acufene? mi dice. Sì un acufene, gli dico. Eh, mi dice, non devi mangiare le cose che iniziano per la P., come pane, pasta. Ah, gli dico, però veramente io ne mangio pochissimi di pane e pasta, gli dico. 
Ma anche la prugna, non posso mangiare?, gli dico. Sì la prugna sì, mi dice. Ma inizia per P, gli dico. Giusto, mi dice.

E siamo rimasti lì, un po' pensosi.

Però, in effetti, dico, a me le prugne non mi piacciono.
Allora sei a posto.

E tutto questo mi è venuto in mente a pranzo mentre mangiavo la polenta. Che non dovrei, ho pensato.

mercoledì 22 novembre 2017

rituali

sottotitolo
di certe cose che quando sei piccolo ti sembrano normalissime e poi quando diventi grande e ci ripensi, per caso, la sera, dici boh:

mio nonno, dopo pranzo, ogni giorno, preparava un piattino con zucchero e caffè per la sua cagnolina, che si chiamava Cita.


giovedì 16 novembre 2017

Ma chi mi credo di essere

Ieri sera ho studiato. Il mio lavoro richiede un continuo aggiornamento e io mi applico molto: ho guardato una puntata di superpigiamini. 
E' per lavoro, ho detto a mio figlio piccolo. Certo certo, mi ha risposto lui.

Stamattina un bambino e due bambine giocavano a rincorrersi, li osservavo e in due secondi ero   anch'io dentro al mondo fantastico che li circondava. Poi una bambina ha detto: Io sono Gufetta e combatto contro i malvagi! Venite! E io, fresca fresca di aggiornamento e sicura di me, ho detto al maschietto: Allora tu sei Gattoboy! E state giocando ai superpigiamini! 

La bambina si è fermata, mi è venuta davanti e, con gesto eloquente della mano, mi ha detto NO, noi non siamo i superpigiamini. 

Ah, scusa, no, è che io credevo...

Poi è tornata a sconfiggere il male.





mercoledì 15 novembre 2017

monologo

In fondo io voglio solo una vita tranquilla.

MBUAHAH.

Che cazzo dici.

domenica 12 novembre 2017

di pomeriggi di verità

Oggi sono stata con mia mamma a sentire un filosofo che ha fatto un intervento, Fare la verità, all'interno di una rassegna su Realtà e mondi possibili, davvero interessante, un'ora e mezza densissima come sanno fare i filosofi e, a parte il fatto che io e mia mamma eravamo un pochetto ubriache perché avevamo preso un punch all'arancia, ma siccome non siamo abituate a bere, siamo uscite dal bar che non riuscivamo ad andare dritto e Per fortuna che la sala della conferenza è vicina, mi ha detto mia mamma, e mi ha dato anche Tu sei pazza a farmi bere, ma sono 35 gradi, come la grappa, pazza, e giù a ridere, siamo arrivate là che avevo male alla pancia dal ridere, a parte questo fatto dell'ubriachezza, che per fortuna che quando abbiamo incontrato delle persone che conosciamo siamo riuscite anche a essere composte, a parte questo fatto, devo dire che ad un certo punto, mentre parlava, il filosofo, e diceva cose densissime, ha lasciato come buttata lì una frase, buttata lì come niente, così come fanno i filosofi, che buttano lì delle verità, come fosse niente, una dietro l'altra, che non fai in tempo a ragionare su una che ti è entrata dentro come una lama nel burro, che lui ne ha già dette altre, che però hai perso, per forza, come fai, tutta quella roba in poco tempo, non puoi, e la frase buttata lì come per caso è stata questa: "[...] va detto che comunque non siamo felici perché non siamo scemi [...]", e io e mia mamma, quasi uscite dall'ubriachezza, ci siamo guardate e sentite anche intelligenti, ché prima, al bar, davanti al punch, s'era detto che non è depressione, è più malinconia, una tristezza che ti viene, ma ogni tanto eh, non sempre, quando è brutto tempo, per esempio, che quando c'è il sole già passa, una malinconia che ti prende, anche a te? sì, siamo un po' tutti così, ci eravamo dette, e il filosofo, non lo sapeva, ma ci ha fatto un complimento.

venerdì 10 novembre 2017

di improbabili nostalgie

E non è per il vapore caldo sulla faccia, e nemmeno per la cannuccia su per il  naso. Non è nemmeno perché poi sto meglio o per il pacchetto di patatine-premio che prendo dopo, alle terme. E neanche per le chiacchierate con i bambini o gli anziani. No, la dipendenza la sto maturando perché andare dall'altra parte della città, in questo autunno colorato e caldo, in auto, e tornare via mare, lontana dal traffico, scorrendo la fila di hotel nuovi luccicanti da una parte e l'unica luce di negozietti ancora aperti dall'altra, nel buio di una riviera silente ormai fuori stagione, ecco, questa cosa qui, questo tempo silenzioso tutto mio, questa deviazione dal solito, questo rito lungo che sembra non finire mai, mi mancherà. 

Siamo a meno 3.

(Ma il fischio è ancora lì)

sabato 4 novembre 2017

ma l'arte, cos'è?

Eravamo a Venezia ma non ne racconto niente perché troppa roba e tutta quella roba, Venezia compresa, ha bisogno di tempo, dentro un solo cervello, per tradursi in roba da dirne. 

Invece una cosa che posso dire è che al negozio, a Venezia, fuori l'Arsenale, ho visto un libro di Isgrò e in questo libro c'era la foto di una sua opera, note musicali sparse su una pagina bianca e mi è venuto in mente un ricordo di quando ero in prima elementare che secondo me è degno di nota, e il ricordo è questo: la maestra fa un dettato e quando finisco le porto il dettato alla cattedra e lei dice Tutto giusto un po' arrabbiata e dice che non ho messo nessun puntino sopra le i, Vai subito a riempire la pagina di puntini, mi dice.

Io sono tornata al banco e senza nemmeno sedermi ho pesato Che problema c'è? ho preso l'ultima pagina del quaderno, la penna e l'ho riempita di puntini, random. Mi sono anche chiesta se sarebbero bastati e ne ho aggiunti un altro pochettino, di puntini.
Poi sono tornata da lei e le ho fato vedere la pagina. Lei mi ha detto Cos'è? e io le ho detto E' la pagina di puntini e lei prima si è arrabbiata, e io non ho capito perché, e poi mi ha detto che dovevo farli sulle i, i puntini, e poi si è messa a ridere e mi ha detto Va bene dai, vai; però era un po' scocciata. 

Col senno di poi, due riflessioni, la prima: poveretta la maestra, quante ne avrà dovute vedere. La seconda, poveretta me, che artista inconsapevole e incompresa.

Ah, non so cosa sia l'arte ma secondo me non lo sa nessuno.